Storia dei casinò nell’URSS: dalle sale clandestine alle lotterie statali

La storia dei casinò nell’URSS ha sempre suscitato un atteggiamento ambivalente: il potere ufficiale negava il gioco d’azzardo, ma il sistema stesso alimentava l’interesse per il rischio e il denaro. In condizioni di controllo totale, i divertimenti d’azzardo si trasformarono in una zona semilegale. Qui convivevano i katorzhniki, i giochi di carte nelle cucine e le lotterie statali con un giro d’affari multimilionario.

La storia dei casinò nell’URSS: gli anni ’20 e i primi divieti

La storia delle case da gioco risale agli anni ’20, quando la nuova legislazione sovietica chiuse drasticamente la strada alle forme precedenti di attività di gioco d’azzardo. Il potere considerava le carte e la roulette come un retaggio del mondo borghese, e i katorzhniki come una minaccia alla morale socialista.

I primi casinò nell’URSS esistevano solo per pochi anni nelle grandi città, principalmente a Mosca e Pietrogrado. Ma già a metà del decennio il divieto dei divertimenti d’azzardo si consolidò a livello ufficiale. Lo Stato cercava di prendere completamente sotto controllo il settore dell’intrattenimento e di indirizzare il gioco d’azzardo verso formati ideologicamente “corretti”.

Un’alternativa statale: lotterie e “Sportloto”

La storia dei casinò nell’URSS è legata a una sostituzione unica di formato. Quando i club clandestini furono chiusi, entrarono in scena le lotterie. Dagli anni ’30 le “lotterie in denaro e in natura” raccoglievano milioni di rubli, finanziando l’industrializzazione e la difesa. Successivamente comparve lo “Sportloto”, diventato un simbolo dell’epoca: negli anni ’70 le vendite raggiunsero cifre miliardarie.

Lo Stato utilizzava i giochi d’azzardo nell’URSS come strumento di mobilitazione delle risorse. Il biglietto costava poco, e i premi promettevano automobili, appartamenti, somme considerevoli. Il sostegno si estendeva su scala nazionale, da Mosca a Soči, dove i biglietti delle lotterie venivano distribuiti persino nei resort.

La storia dei casinò nell’URSS: katorzhniki, truffatori e giochi di carte

La storia delle case da gioco non può prescindere dal menzionare i club clandestini dei katorzhniki. Questi locali operavano segretamente, ma godevano di grande popolarità. A Mosca e Soči si riunivano compagnie di funzionari, militari e personalità della cultura. Si giocavano giochi di carte, dal semplice “durak” al poker serio.

Il truffatore usava segni sulle carte, destrezza manuale e pressione psicologica. Le puntate talvolta arrivavano a diverse mensilità di stipendio, trasformando il gioco in un’attività pericolosa. Il settore del gioco d’azzardo in forma clandestina esisteva da decenni, nonostante il rigido controllo.

Contrasto delle epoche: dagli anni ’40 agli anni ’80

Negli anni ’40 il paese era in guerra e si stava riprendendo economicamente, ma anche allora i giochi di carte e la roulette facevano parte della vita quotidiana. I club clandestini si nascondevano nei comuni, dove si scommettevano migliaia di rubli in una serata.

Negli anni ’60 e ’70 il settore del gioco d’azzardo nell’URSS raggiunse il picco nel settore dell’economia sommersa. Le scommesse aumentavano insieme ai redditi della popolazione, e il poker e la roulette diventavano simboli delle “feste private”. Negli anni ’80 la situazione si intensificò: i divieti ufficiali non frenavano l’interesse per il rischio, e i katorzhniki si diffusero in tutto il paese.

Uno sguardo alla geografia: Mosca e Soči

La storia dei casinò nell’URSS si è manifestata vividamente in due centri: Mosca e Soči. Nella capitale i club clandestini si nascondevano dietro le facciate degli edifici residenziali, dove sotto l’apparenza di incontri culturali si svolgevano giochi di carte. A Soči sulla costa del Mar Nero prosperavano i club estivi: qui arrivavano i turisti, e proprio qui il settore del gioco d’azzardo trovava terreno fertile.

Soči era associata al relax e alla leggerezza, quindi roulette e poker diventavano parte integrante dell’atmosfera del resort. Qui si formava uno strato speciale dell’economia sommersa sovietica, dove i soldi circolavano più velocemente che nel commercio ufficiale.

Legislazione e controllo

La storia delle case da gioco nell’Unione Sovietica è sempre stata influenzata dalla posizione del potere. La legislazione sovietica reprimiva duramente qualsiasi manifestazione di attività di gioco d’azzardo. Il divieto dei giochi d’azzardo nell’URSS è stato in vigore per tutto il periodo di esistenza del paese.

Tuttavia, la legalizzazione delle pratiche di gioco d’azzardo si manifestava sotto forma di lotterie statali, che portavano enormi somme al bilancio. Lo Stato utilizzava il gioco d’azzardo per finanziare lo sport, la costruzione e i programmi sociali, ma vietava categoricamente i club indipendenti.

La storia dei casinò nell’URSS: fatti sullo sviluppo del settore del gioco d’azzardo

L’evoluzione dei giochi d’azzardo nell’Unione Sovietica non è avvenuta in modo caotico, ma seguendo una chiara traiettoria, che riflette la lotta del potere contro le pratiche sommerse. Ogni fase ha dimostrato nuove forme di pressione e adattamento della società.
Fattori chiave:

  1. Negli anni ’20 lo Stato chiuse i primi casinò, invocando la lotta contro le abitudini borghesi.
  2. Le lotterie divennero un’alternativa ufficiale ai giochi d’azzardo, raccogliendo miliardi di rubli.
  3. Negli anni ’40 i giochi di carte si svilupparono attivamente nei club clandestini, nonostante la guerra e la distruzione.
  4. Negli anni ’70 lo “Sportloto” divenne un passatempo di massa con una copertura pan-sovietica.
  5. Negli anni ’80 il settore del gioco d’azzardo clandestino raggiunse il massimo sviluppo.
  6. Mosca e Soči divennero centri di attività di gioco d’azzardo, dove si formarono club esclusivi.

Questo insieme di fatti mostra come i diversi periodi abbiano definito i contorni dell’economia sommersa. La dinamica dei cambiamenti dimostra che l’interesse per il rischio è rimasto costante, indipendentemente dalle restrizioni.

La storia dei casinò nell’URSS: conclusioni

La storia dei casinò nell’URSS riflette un complesso equilibrio tra un divieto rigoroso e una domanda nascosta. Lo Stato chiudeva una porta, ma ne apriva un’altra – attraverso lotterie e formati ufficiali. I club clandestini dei katorzhniki, i giochi di carte e i truffatori esistevano parallelamente, formando un’economia sommersa. Alla fine dell’epoca sovietica, il divieto non riusciva più a trattenere il gioco d’azzardo, e il paese si avvicinava a un momento di cambiamenti su vasta scala, quando la discussione sulla legalizzazione era inevitabile.

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